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Finalmente, una buona notizia per i richiedenti asilo in Italia

Il nuovo decreto modifica alcuni dei peggiori aspetti della politica di immigrazione

Richiedenti asilo da un centro di accoglienza locale lavorano insieme ad italiani per rimuovere i detriti dopo l’alluvione a Belluno, Italia, novembre 2018. © 2018 SIPROIMI

L'anno scorso si era impegnato a farlo, e ora il governo italiano ha restituito un po' di umanità al suo sistema di immigrazione e di asilo. Questa settimana il Consiglio dei Ministri ha adottato un decreto che modifica molte delle peggiori politiche imposte dal precedente Ministro dell'Interno e attuale leader della Lega, partito anti-immigrazione, Matteo Salvini.

Il decreto non è perfetto, ma è un passo nella giusta direzione.

Adottato il 5 ottobre, Il decreto ripristina sostanzialmente nel diritto italiano il permesso di soggiorno per motivi umanitari che Salvini aveva abolito nel 2018, ora chiamato "protezione speciale". Questo permesso, della durata di due anni, è per le persone che non hanno diritto all'asilo, ma che non dovrebbero essere allontanate poiché rischierebbero di subire torture o trattamenti inumani o degradanti. Il permesso è anche destinato a persone che hanno legami familiari e sociali in Italia, o che soffrono di gravi problemi di salute fisica o mentale. Secondo una stima, più di 37.000 persone hanno perso i documenti dal 2018 a causa dell'abolizione dei permessi umanitari.

Un aspetto importante è che il decreto consente di convertire questo e altri permessi di soggiorno temporanei in permessi di soggiorno più lunghi legati al lavoro. Questo contribuirà ad evitare che le persone cadano in uno status di irregolarità. Inoltre, il decreto riduce il periodo di detenzione in attesa di espulsione da sei a tre mesi.

Mentre il precedente governo aveva limitato il sistema di accoglienza nazionale ai soli rifugiati riconosciuti e ai minori non accompagnati, il nuovo decreto riapre le porte ai richiedenti asilo in attesa di una decisione. Si assicura, inoltre, che i richiedenti asilo abbiano il diritto all’iscrizione anagrafica presso il comune in cui vivono, dato che una sentenza della Corte Costituzionale dello scorso luglio ha ritenuto che la negazione di questo diritto abbia reso " ingiustamente più difficile ai richiedenti asilo l'accesso ai servizi ad essi garantiti".

Una grande macchia sul decreto è la mancata presa di posizione chiara contro la criminalizzazione delle attività umanitarie. Il governo ha scelto di ridurre da 1 milione a 50.000 euro, invece di eliminare, le ingiuriose multe sulle navi che effettuano attività di ricerca e salvataggio in mare. L'anno scorso, sei autorità delle Nazioni Unite per i diritti umani hanno invitato l’Italia a incentivare piuttosto che scoraggiare i capitani delle navi dall'adempiere al loro obbligo morale e legale di rispondere alle richieste di soccorso delle imbarcazioni in difficoltà. L'attuale governo ha ritardato gli sbarchi e trattenuto le navi di soccorso per motivi amministrativi.

Il Parlamento avrà la possibilità di correggere questa situazione e di apportare altri miglioramenti quando il decreto sarà sottoposto al controllo parlamentare.

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