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Sulla migrazione, la mancanza di nuove idee dell’Europa è la vera crisi

La Commissione europea risponde agli sbarchi a Lampedusa riproponendo politiche inefficaci e abusive

Persone sedute per terra nel centro di ricezione per migranti sovraffolato a Lampedusa, un’isola italiana nel Mar Mediterrano, il 16 settembre 2023 © 2023 Cecilia Fabiano/LaPresse via AP Photo

L’arrivo della presidente della Commissione europea a Lampedusa, il 17 settembre, rappresentava un’opportunità per ridefinire l’approccio sbagliato dell’Europa alla migrazione. Ne è emerso invece un piano d’azione in 10 punti di politiche inefficaci e abusive, unite a vane illusioni.

La presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen ha presentato il piano al termine di una visita di tre ore sull’isola, in cui nei giorni precedenti erano arrivate oltre cento imbarcazioni con migliaia di persone a bordo. La presenza di circa 7.000 migranti e richiedenti asilo aveva messo in risalto tutta l’inadeguatezza dell’hotspot di Lampedusa.  Il sovraffollamento era stato ridotto con una serie di trasferimenti sul territorio nazionale, ma non prima che la prima ministra italiana Giorgia Meloni sfruttasse la tragedia umana per fini propagandistici.

Il piano della Commissione ripropone alcuni provvedimenti già adottati in passato dall’Unione europea con esito fallimentare: sostegno economico a paesi come la Tunisia e la Libia per la prevenzione delle partenze, lotta ai trafficanti, aumento della sorveglianza, procedure d’asilo snellite per negare in fretta la protezione e accelerare i rimpatri, e inutili campagne di sensibilizzazione per scoraggiare i viaggi su imbarcazioni non sicure. Queste iniziative non hanno mai fermato il flusso di persone che tentano la pericolosa traversata del Mediterraneo né affrontano le cause profonde delle migrazioni. Al contrario, alcune di queste misure moltiplicano i rischi per i migranti.

Il piano contiene anche una promessa di  «continuare a lavorare per offrire alternative quali l’ammissione umanitaria e i percorsi legali», ma senza impegni concreti il risultato sarà sempre lo stesso.

Inoltre, si parla di studiare «opzioni per espandere le missioni navali nel Mediterraneo», ma il riferimento non e’ al soccorso in mare, bensi’ al preoccupante «blocco navale» proposto da Meloni. A questo si aggiunge l’intento di accelerare la fornitura di attrezzature e addestramento alla guardia costiera tunisina e ad «altre autorità di contrasto», mostrando ancora una volta come per l’UE la sicurezza delle frontiere sia piu’ importante del salvataggio delle vite umane, e l’ostinato supporto alle forze libiche malgrado i loro comprovati abusi e crimini contro l’umanità . In definitiva, la risposta agli sbarchi su Lampedusa racchiude I peggiori elementi delle risposte alla migraazione: allarmismo, misure di deterrenza abusive, sprechi e cattiva gestione delle risorse, alleanze con partner che commettono abusi di cui non sono chiamati a rispondere, e nessun rispetto per i diritti delle persone.

Un approccio alla migrazione razionale, umano e basato sui diritti da parte dell’Ue è possibile.  Dovrebbe comprendere percorsi per una migrazione sicura e ordinata, soccorsi in mare efficienti con la certezza di porti di sbarco sicuri, e una collaborazione autentica fra i paesi dell’Unione europea, per farsi carico delle persone che arrivano in modo irregolare e garantire che ricevano un trattamento equo.

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